Cari Soci e Amici,
Secondo le evidenze scientifiche ad oggi disponibili e i documenti ufficiali, scientifici e di gestione della pandemia, emanati dalle autorità competenti (a disposizione il 38° Rapporto Celiachia e Covid tra i materiali della colonna di destra) è plausibile ritenere che il celiaco diagnosticato, in dieta senza glutine rigorosa e senza complicanze, presenti un rischio di contrarre il virus o, nel caso di infezione, di andare incontro ad un decorso più sfavorevole uguale a quello della popolazione generale.
Anche alla luce delle “Raccomandazioni sul piano vaccinale” (nella colonna di destra è possibile scaricare il Piano Strategico del 2 Gennaio 2021 e le Raccomandazioni sul piano vaccinale) aggiornate dal Ministero della Salute il 10 Marzo scorso, la celiachia non è citata nelle categorie delle patologie cui dare priorità nella campagna vaccinale. Resta competenza del medico di famiglia evidenziare, segnalare e predisporre priorità in caso delle comorbidità indicate nel documento del Ministero della Salute.
Assunto che la celiachia in trattamento con dieta senza glutine sia considerata al pari della popolazione generale sana, lo stesso vale per la somministrazione dei differenti vaccini autorizzati e disponibili.
Tuttavia, le modalità di gestione del piano vaccinale nel territorio sono di competenza delle Regioni, che hanno facoltà di applicare modalità organizzative differenti. Si evidenzia, inoltre, che allo scopo di migliorare e rendere più efficiente la strategia vaccinale, sono intervenuti e potranno intervenire ancora modifiche, anche nelle categorie di priorità.
AIC è in costante contatto con il Ministero della Salute, da cui si attende una precisazione del documento del 10 marzo scorso, che possa favorire una univoca interpretazione di cui ci faremo portavoce anche presso le amministrazioni regionali e delle PA.